Massimo Botturi mette in versi l’intera sua vita. Un titolo come “la vita in versi”, non fosse già stato usato da altri, si attaglierebbe perfettamente a questa corposa raccolta poetica.
II poeta racconta di sé, della sua vita e dei suoi affetti. II racconto non pare avere uno svolgimento preordinato, un inizio e una fine; né le cento e più poesie di cui si compone sono suddivise e ordinate secondo una scansione tematica. La partitura non prevede variazioni od evoluzioni di un discorso poetico che si costituisce di singole accensioni liriche, di vivide istantanee e di luminosi quadri allineati nella galleria della memoria. Persino sulla disposizione dei testi lungo una Linea cronologica, volutamente frammentata o ricomposta a posteriori, si rimane dubbiosi. Una sequela di più di cento poesie non suddivise in sezioni, che semplicemente accadono, si accumulano o si succedono una dopo l’altra secondo l’estro del cuore, o secondo le occasioni più vane, potrebbe scoraggiare il lettore; se non fosse che fin dalle prime pagine (o dalla prima lirica che dà il titolo alla raccolta), la forza immaginativa, l’intensità lirica e soprattutto la qualità musicale dei singoli brani catturano l’ascolto, per cosi dire, e il lettore si ritrova coinvolto net fervore di un canto che, nel succedersi dei momenti lirici, appare sempre appassionato e fiducioso di se.
Giovanni Monasteri
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