La danzatrice
Tu e la tua maschera. Non so
chi delle due sia più bella.
Ora l’una s’eclissa e l’altra devo
solo guardarla, in silenzio.
Quella bocca impeccabile e insolente
che sa schernire, ammaliare
tacendo, e negare persino
ciò che in un bacio può dire.
Quel tuo costume nero lucente
come ossidiana, che sarebbe indegno
chiamar sottana – ah, come fedelmente
disegna ciò che nasconde!
Delicato e compiuto è ogni tuo gesto,
qui, nella tua casa veneziana.
Oh sì, obbedirò al tuo divieto:
seat down, non intralciarmi, non fiatare,
rimani a contemplare.
Con che grazia ti muovi, ti spandi
nel tuo spazio, geloso scrigno
di te soffuso e di quel tuo profumo,
boccio di rosa aguzzo come spina,
rosa spampanata e sempre chiusa.
Ogni tua faccenda è una movenza,
figura di una danza solitaria.
Ad occhi chiusi posso vederti
mentre volteggi per le stanze, o bella.
Un uccello volubile è il tuo sguardo
che insegue tra gli stipi della cucina
il volo svelto e esatto della mano.
Quasi non tocca le cose. Se si posa,
è solo per spiccare un nuovo balzo.
Verso il mio per un attimo sbanda
e subito fugge, lontano.
Francesca P. says
Ho letto la poesia. Molto, molto bella. Ho cominciato a leggere l’e-book e l’ho scaricato.